Viviamo in un’epoca dove l’età conta molto (troppo) e la giovinezza e la velocità sono sinonimi di talento e creatività.
Più sei giovane, più avrai successo, soldi, fama, sarai amato e avrai tutte le porte aperte.
Ma il talento è patrimonio dei più giovani? o meglio, il talento e la realizzazione personale, appartengono solo ed esclusivamente ad alcune fasce d’età?
Mi pongo quotidianamente questo tipo di domande, perché dialogare sui social mi fa perdere la fisionomia delle persone che ho di fronte (virtualmente) e non so davvero che età abbia quella persona con cui sto dialogando in quel momento.
Ma non conta l’età in questi casi, conta la comunicazione.
L’età sui social perde valore, perchè le immagini le possiamo manipolare e anche le nostre autobiografie.
Quello che resta forse, è la vera essenza di chi dialoga con noi.
Qualunque età dunque trova spazio nel dialogo online.
Oggi siamo tutti perennemente giovani.
Ce lo impone la società.
Perché essere vecchi significa essere lenti, deboli e scarsamente creativi.
Ripassiamo un poco di storia e scopriamo che l’età nell’arte ha poco senso.
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