18 febbraio 1902. Pirenei francesi. Nasce Fano Messan, una ragazza “dai lineamenti puliti” che sedici anni dopo lascia l’Accademia di Belle Arti di Tolosa per trasferirsi a Parigi.
All’epoca le donne non erano bene accette nelle Accademie e Fano, ragazza bellissima, finge di essere un uomo per studiare scultura e pittura.
Capelli corti, giacca e cravatta. Nel 1924 espone a Chicago e nel 1925 al Salon d'Automne al Grand Palais. Look androgino, giacca e cravatta, Fano viene definita su Le Réveil du Nord "il più giovane scultore del mondo".
Artista precoce nella Parigi artistica, i giornali scrivono di lei: "Al Quartiere Latino è divertente cercare di determinare il sesso di Fano Messan".
Fano Messan usa la pietra, l’avorio, il legno, il vetro, creando sculture a metà strada fra l’Art Deco e il modernismo, con linee pulite ed essenziali.
Amica di Man Ray che la fotografa spesso, ma anche di Dalì, di Tzara e di Bunuel che le offre il ruolo di ermafrodita in un suo film surrealista dopo averla vista nel 1928 in L’Argent.
Ma perché sappiamo così poco di lei?
La sua parabola artistica è brevissima, come purtroppo lo è stato per molte artiste.
Due parti da attrice di cui una entrata nella storia del cinema, amicizie di altissimo livello, scultrice in mostre rilevanti, eppure in meno di trent’anni il suo nome scompare.
Dagli anni ‘30 letteralmente sparisce ma lei morirà nel 1998 all’età di 96 anni, in un piccolo borgo termale dell’Occitana, Juvignac.
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