E’ di pochi giorni fa la notizia che il ministro dell’Istruzione ha posto dei dubbi sullo studio dei dinosauri perché estinti.
Non servono più, sono vecchi.
Poveri bambini, entusiasti per una cosa morta e sepolta da tempo immemore.
Ecco, ci sono parecchi dinosauri nella nostra vita, alcuni ancora vivi seppur barcollanti, altri completamente abbandonati a se stessi.
Io penso effettivamente con la penna, perché la mia testa spesso non sa nulla di ciò che la mia mano scrive.
(Ludwig Wittgenstein)
Uno di questo è la scrittura a mano in corsivo.
Quella che gli antichi romani chiamavano scriptura continua e che poi si è evoluta nei secoli.
Quella che molti di noi hanno imparato a scuola, molto tempo fa.
Roba da generazioni passate: una cosa lenta, fa male la mano, la calligrafia non si capisce, fa perdere tempo e energia, insomma inutile.
Diciamolo: il corsivo a mano è un dinosauro.
Chi lo usa più? forse i medici, che pare si divertano a renderci la vita impossibile con quel crittogrammi indecifrabili.
E qualcuno come me.
Io uso spessissimo il corsivo a mano: quando scrivo il diario, una lettera (si le scrivo ancora a mano se posso), la lista della spesa, i post dei miei blog prima di scriverli qui dove stai leggendo.
Se faccio capisco, se scrivo penso, se penso alle parole mentre scrivo, ho memoria di ciò che sto pensando.
Quando prendo la penna in mano non mi può succedere più nulla. Il destino dovrebbe prenderne nota.
(Karl Kraus)
C’è anche un lato estetico estremamente personale.
La scelta della penna: nera? blu? stilografica? Bic? punta sottile? rotonda? Tratto morbido? medio? inchiostro lucido? opaco? profumato?
E’ espressione individuale anche la scelta degli strumenti.
Al momento ho comprato cento penne Bic Round Stic.
Mi piace questa Bic, mi piace la punta, la scorrevolezza dell’inchiostro, il diametro della canna giusto per la mia mano. Anche il tatto è aderente al corpo della penna, perché è liscio ma non scivoloso.
Scrivo alcune lettere in maniera barocca, la B, la Z, la A e il tratto di questa Bic è perfetto per me: non troppo forte e denso, non pastoso e spesso.
Scrivere per chi disegna è altrettanto importante per chi scrive un libro a mano. E prima di cercare la carta giusta, è la penna il grande primo ostacolo.
Scrivere è un’attività così astratta che mi serve la materialità di carta e penna.
(Patrick Modiano)
Fate mai caso alle scelte che prendete e perché?
Perché non scrivete più in corsivo?
E se lo fate, avete la percezione che la vostra calligrafia è cambiata negli anni?
Avete una penna preferita?
Ne avete ereditata una da un familiare?
Il corsivo a mano con una Bic ha una forma, con un pennarello un’altra, con la stilografica un’altra ancora.
Scrivere a mano è un atto artistico.
( in foto, IKEA, JÄTTELIK Peluche, dinosauro//Stegosauro)
Ma studiare i Dinosauri?
Gli scienziati non hanno dubbi: ci aiuta a capire la teoria dell’evoluzione e i cambiamenti del pianeta terra. Ci toglie dalla mente la confusione del negazionismo ambientale e storico.
Si ok, i Dinosauri allora sono utili, ma il corsivo a mano?
Studi scientifici (ecco, i soliti scienziati) dicono che incrementa la nostra capacità di lettura e di calcolo, stimola l’attenzione e la concentrazione, nonché l’apprendimento e soprattutto, argomento che a me interessa molto, incoraggia la creatività.
Dinosauri e corsivo sono forse molto più importanti di quello che pensiamo.
Dunque lascia i Dinosauri ai bambini per ora e scegli una penna.
Inizia.
Sono sicura che ti appassionerai scoprendo che la tua mano sarà nel tempo più precisa e ferma nel fare tante altre cose.
Non mi aspettavo che l’atto di scrivere aprisse tante porte, come se la vecchia penna stilografica di mio padre non fosse affatto una penna, ma uno strano tipo di passe-partout.
(Stephen King)
🧡